Mi chiamo Benedetta, ho quasi 50 anni, e nel 2020 mi è stata diagnosticata una distonia focale dell’arto superiore destro: il “crampo dello scrivano”.
Se ci penso e sono di buonumore mi viene in mente una famosa frase che dice: “essere superstiziosi è da ignoranti ma non esserlo porta male”. In effetti essere un ufficiale giudiziario, aver redatto centinaia di verbali di sfratto, pignoramento e sequestro e poi vedersi attribuita una diagnosi di crampo dello scrivano, sembra un po’ uno scherzo del destino. Magari qualcuno, sicuramente non troppo contento di vedermi, si sarà divertito nel lanciarmi qualche “iettatura” … chissà.
Ironia a parte, una professione come la mia, nella quale si scrive soprattutto a mano e spesso in condizioni non troppo favorevoli (in piedi, velocemente, esposti alle intemperie), ha sicuramente influito sul mio fisico, probabolmente già predisposto.
Già da tempo vedevo la mano rattrappita mentre scriveva, con un dolore continuo alla schiena, al collo ed al braccio e la mia grafia diventava sempre più illeggibile; ho dato la colpa a tutto: tunnel carpale, vecchiaia, menopausa, cervicale, stress. E’ stato lo sguardo esterrefatto di un avvocato a farmi capire che il mio problema poteva essere qualcosa di più serio; stavo scrivendo completamente piegata, con il gomito alzato e la mano storta.
Ho avuto la diagnosi a Pavia nell’ottobre 2020 ed un primo trattamento con tossina botulinica che mi ha provocato la paralisi totale di due dita ed ovviamente nessun beneficio. Ad oggi sto seguendo un percorso di riabilitazione al Don Gnocchi di Milano e sono seguita dalla Dott.ssa Castagna e dal Dott. Saibene. Per la prima volta ho avuto una spiegazione dettagliata del mio problema ed ho potuto comprendere come ogni persona sia diversa e per questo reagisca in maniera differente ai diversi approcci di cura. Io ce la sto mettendo tutta e spero di avere dei miglioramenti.
Nel frattempo, soprattutto quando mi sento un po’ giù, faccio lunghe passeggiate nelle quali sento tutto il corpo libero dalle limitazioni che oggettivamente ha e mi ritrovo in pace con me stessa. Spero riaprano presto le piscine per poter muovere le mie braccia senza dover “rendere conto a nessuno” ed aspetto la bella stagione per lasciarmi coccolare dai rumori della montagna, dopo la fatica delle salite.
Benedetta Piccinini